Corea del Sud, anni Trenta. Mentre la sua patria è piegata dall’occupazione giapponese, Sunja è costretta a lasciare la sua terra, imbarcandosi su un battello diretto in Giappone. Ingannata dall’uomo che amava e da cui aspetta un figlio, per proteggere l’onore della locanda di sua madre sceglie di sposare un giovane pastore che le offre un futuro diverso. La moglie coreana è un romanzo avvincente e profondo, perfettamente inserito nel genere della narrativa, che racconta con straordinaria sensibilità la forza e le difficoltà di una donna in un’epoca segnata da oppressione e sacrificio.
La mia recensione
Min Jin Lee ci regala un romanzo epico e avvincente, capace di intrecciare storia coreana, identità culturale e destino in una narrazione profonda e coinvolgente. Pachinko. La moglie coreana segue la storia di Sunja, una giovane donna coreana che, negli anni Trenta in Corea del Sud, è costretta a lasciare la sua terra per cercare una nuova vita in Giappone, senza sapere che ad attenderla ci saranno discriminazione e sacrificio. Qui puoi trovare la recensione completa.
L’autrice tratteggia con grande sensibilità il percorso di Sunja e della sua famiglia, esplorando le difficoltà dei coreani in Giappone durante il XX secolo. La metafora del pachinko, il celebre gioco d’azzardo giapponese, diventa simbolo di un’esistenza precaria, in cui la fortuna sembra avere più peso del merito e della volontà.
Con una prosa scorrevole e ricca di dettagli sulla storia della Corea del Sud, Min Jin Lee costruisce un racconto emozionante, capace di tenere il lettore incollato alle pagine. Se da un lato il romanzo eccelle per la sua narrazione storica, dall’altro la seconda parte può apparire meno intensa rispetto all’inizio.
Pachinko. La moglie coreana è un libro da leggere assolutamente, soprattutto per chi ama le saghe familiari, la letteratura asiatica e la narrativa storica. Una storia di lotta, amore e resilienza, ora ancora più conosciuta grazie alla sua trasposizione in serie TV su Apple TV+.